mercoledì 20 luglio 2011

"HOMO MIGRANS" DI MARCO ROVELLI IN PRIMA NAZIONALE PER LUNATICA

Lo spettacolo con Moni Ovadia, Marco Rovelli, Jovica Jovic, Mohamed Ba, Camilla Barone il 25 Luglio all'Anfiteatro di Luni.



LUNATICA, il festival itinerante della Provincia di Massa Carrara alla sua XVII edizione, rende omaggio alle storie dei popoli migranti, con lo spettacolo di Marco Rovelli e Moni Ovadia, “Homo migrans”, regia di Renato Sarti, coproduzione Lunatica e “Teatro della cooperativa”, in prima assoluta nazionale lunedì 25 luglio all'anfiteatro di Luni a Ortonovo. Anche Lunatica “sconfina” oltre il territorio di Massa Carrara, entrando nella provincia di La Spezia, dove cinque personaggi portano in scena le singolarità migranti, in una rappresentazione a metà tra teatro di narrazione e teatro canzone, in cui si confondono e si miscelano esperienze, voci, musiche e sonorità ;. Moni Ovadia è il maestro di scena, apre lo spettacolo raccontando il senso dell'erranza degli umani, condensato nell'esperienza del popolo ebraico attraverso le canzoni tradizionali della tradizione yiddish e rom. Marco Rovelli racconta la storia di Alfredo, un giovane bracciante della campagna fiorentina. Vicende sentimentali ed economiche si intrecciano, costringendo Alfredo a cercare fortuna e libertà a Milano, dove inizia a lavorare in fabbrica. Il racconto della storia di Alfredo è costellato da canti della tradizione popolare toscana, quelli del classico repertorio di Caterina Bueno, eseguiti dalla fisarmonica di Jovica Jovic, rom serbo e maestro di fisarmonica cromatica. Nel racconto di Camilla Barone risuona la storia di una nonna contadina del Veneto che lascia il suo paese prima per lavorare nei campi del Polesine, poi per Milano, dove andrà ad abitare in uno dei sobborghi dell'hinterland. Mohamed Ba racconta invece la vicenda di un m igrante senegalese di questi anni, che lascia il suo paese e arriva a Milano, dove fa prima l'ambulante e poi il muratore. E' solo dopo aver ascoltato tutte le vicende che Jovica comincia a parlare. Jovic è un rom serbo con una storia personale iperbolica: gli zii morti ad Auschwitz, le persecuzioni in Serbia, l’emigrazione in Italia, a Milano. Sarà il maestro di scena Moni Ovadia a chiudere il ciclo: anche lui è stato un profugo, dalla Bulgaria. E anche per lui il punto d'arrivo del viaggio è stato Milano.





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